lunedì 24 settembre 2007

Dandy letture



I funerali del dandysmo classico, modellato sulle gesta di George Brummell, vennero celebrati nel 1830 insieme a quelli di Giorgio IV d’Inghilterra. Eppure il dandy più famoso, Oscar Wilde, doveva ancora nascere, l’epicentro del fenomeno doveva ancora spostarsi da Londra a Parigi e tutta la faccenda sembrava riguardare solo la moda, e non anche la letteratura. È una storia di reincarnazioni, quindi, quella raccontata da Giuseppe Scaraffia nel suo "Dizionario del dandy".
«Si viveva ancora sotto il dominio dell’ideologia» cita l’autore. «L’egocentrismo, lo scetticismo, il culto ascetico del lusso erano inattuali, oggi invece è diventato chiaro il legame tra il dandy e la folla che detesta. Egli è un guerrigliero dello stile, impegnato in una lotta impari ma irrinunciabile». Il Dandy odierno è un narciso si ma in controtendenza. Egli si affida ai sarti anziché agli stilisti perchè l’unica griffe che può concepire è la propria firma.