venerdì 10 agosto 2007

Biliardo Dandy




''Il Caffe' di Notte'' (Van Gogh, 1888, Yale Art Gallery).
Che profumo d’assenzio e gauloise in quei luoghi della memoria dove tutto è evanescenza, sogno ed impalpabile realtà.
Il panno di un biliardo lo si accarezza come la stoffa di una gonna indossata, e davanti a questo dipinto torniamo alle atmosfere dense e fumose dei caffe', alla vita notturna, ai ritmi sregolati o, semplicemente, ribaltati di chi vive la citta' solamente dopo il tramonto, quando la luce si rintana nei locali e lascia le strade vuote, al buio.

Vincent,

Guarderò le stelle
com'erano la notte ad Arles,
appese sopra il tuo boulevard;
io sono dentro agli occhi tuoi,
Vincent.

Sognerò i tuoi fiori,
narcisi sparpagliati al vento,
il giallo immenso e lo scontento
negli occhi che non ridono,
negli occhi tuoi,
Vincent.

Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
al lume spento della tua pazzia
te ne sei andato via,
piegando il collo
come il gambo di un fiore:
scommetto un girasole.

Sparpagliato grano,
pulviscolo spezzato a luce
e bocche aperte senza voce
nei vecchi dallo sguardo che non c'è,
poi le nostre sedie
le nostre sedie così vuote
così "persone",
così abbandonate
e il tuo tabacco sparso qua e là.

Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
che hai tentato sotto le tue dita
di fermarla, la vita.
Come una donna amata alla follia
la vita andava via
e più la rincorrevi
e più la dipingevi a colpi rossi
per tenerla stretta,
gialli come dire "Aspetta!",
fino a che i colori
non bastaron più...
e avrei voluto dirti, Vincent,
questo mondo non meritava
un uomo bello come te!

Guarderò le stelle,
la tua, la mia metà del mondo
che sono le due scelte, in fondo:
o andare via o rimanere qua.

Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
io, in questo mare,
non mi perdo mai;
ma in ogni mare sai
"Tous le bateaux
vont à l'hazard pour rien".
Addio, da Paul Gauguin.
(roberto vecchioni)

Custos ? Quid est noctis ? C'e' ancora tempo, prima di tornare a casa.
C'e' tutto il tempo del mondo...
Perché se c’è una fine per tutto e non è detto che sia sempre la morte.